Vampyr
Horror, di Carl Theodor Dreyer, Germania, 1932.
In tarda serata, Allan Gray arriva in una locanda vicino alla città di Courtempierre e affitta una stanza per dormire. Gray viene disturbato all'improvviso da un vecchio, che entra nella stanza e lascia un pacco quadrato sul tavolo: sulla carta da regalo è scritto "Da aprire alla mia morte". Gray prende il pacco e si dirige verso un vecchio castello dove vede una donna anziana e incontra un altro vecchio. Guardando una delle finestre, Gray vede il proprietario del castello, lo stesso uomo che gli ha dato il pacco. L'uomo viene improvvisamente ucciso da un colpo di pistola.
Vampyr di Carl Theodor Dreyer viene realizzato negli anni di passaggio tra cinema sonoro e cinema muto, utilizzando il linguaggio visivo del primo per portare il genere horror nella nuova era. In Vampyr regna una costante sensazione di angoscia, uno stato mentale da incubo e presenze invisibili che si aggirano in ogni angolo. La fotografia di Rudolph Maté registra ogni sottigliezza di luci e ombre in un'affascinante danza. Inquadrature ormai iconiche, come quella di un uomo con una falce che suona un campanello e l'insegna di una locanda che si staglia contro un cielo scuro. Scene da antologia come quella in cui Allan sogna di essere sepolto vivo dagli scagnozzi del vampiro, in cui Dreyer utilizza una claustrofobica soggettiva che fa "entrare" lo spettatore nella bara. Proprio come nel suo film precedente, La passione di Giovanna d'Arco del 1928, Dreyer utilizza intensi primi piani per sottolineare le paure che i suoi personaggi incontrano. L'oscurità gioca un ruolo importante: le ombre si muovono indipendentemente dai loro corpi e le forze del male violano le regole della fisica. Vampyr è una notevole esplorazione dei confini tra la luce e oscurità, tra destino e ombre, tra la notte ed il giorno. Uno dei capolavori della storia del cinema che non si può perdere.
LINGUA: inglese
SOTTOTITOLI: italiano