Una pagina di follia

Una pagina di follia

Dramma, horror, di Teinosuke Kinugasa, Giappone, 1926.
In un manicomio di campagna, sotto una pioggia torrenziale, il custode incontra i pazienti affetti da malattia mentale. Il giorno dopo arriva una giovane donna che è sorpresa di trovare suo padre lì che lavora come custode. La madre della donna è impazzita tempo primo a causa del marito, quando era un marinaio. Il marito ha deciso di cambiare lavoro per restare vicino alla moglie nel manicomio e prendersi cura di lei. La figlia dice al padre che si sposerà presto, ma il padre è preoccupato perché teme, secondo le dicerie popolari dell'epoca, che la malattia mentale della madre sarà ereditata dalla figlia. Se il giovane sposo e la sua famiglia venisse a sapere della pazzia della madre il matrimonio andrebbe a rotoli. Il custode cerca di prendersi cura della moglie durante il suo lavoro che viene picchiata da altri detenuti, ma questo interferisce con il suo ruolo e viene sgridato dal capo del manicomio. Lentamente il custode perde contatto con la realtà e con i suoi confini dal sogno. Incomincia a sognare ad occhi aperti vincite alla lotteria, quando la figlia lo incontra di nuovo per raccontagli che il suo matrimonio è in difficoltà. L'uomo pensa di portare via la moglie dal manicomio per nascondere la sua esistenza e risolvere ogni problema.

A page of madness è un film indipendente girato con un budget quasi inesistente e poi perduto per quarantacinque anni. Fortunatamente il regista lo ha riscoperto nel suo archivio nel 1971. Si tratta di un film realizzato da un gruppo di artisti d'avanguardia giapponesi, la Scuola di nuove percezioni. Un movimento che aveva come obiettivo superare la rappresentazione naturalistica. Teinosuke Kinugasa è il regista di alcuni dei film giapponesi più belli degli anni Venti. Una pagina di follia è stato paragonato ai grandi film espressionisti tedeschi. Si tratta di un film sperimentale, di avanguardia estrema, che sembra anticipare le atmosfere ed i temi che molti anni dopo avrebbero reso famoso David Lynch. Incubi, distorsioni, sfocature, doppie esposizioni e deformazioni fotografiche: un film che esplora i confini più lontani delle immagini in movimento. Poi ci sono quelle maschere incastonate in un eterno rincorrersi di sbarre, di serrature e di corridoi che alimentano a dismisura il senso di paura e di smarrimento dei vari protagonisti.Yasunari Kawabata, lo scrittore della storia, ha vinto il premio Nobel per la letteratura nel 1968.

Senza dialoghi

Una pagina di follia