Drammatico, di Giorgi Ghachava, Georgia, 2017.
Durante il conflitto georgiano-osseto nel 2008, dopo i bombardamenti, due uomini - il soldato georgiano Zaza e il vecchio osseto malato terminale Zaur - rimangono intrappolati in una stanza sotterranea di un edificio di 5 piani. Cominciano immediatamente a incolparsi a vicenda per istigazione a una guerra, discutono su chi è colpevole e chi ha ragione. Ma col passare del tempo i due si rendono conto gradualmente che entrambe le parti hanno la loro verità e l'intero conflitto è ispirato dalla "terza forza". Dalla loro conversazione, comportamento, come si trattano l'un l'altro, diventa ovvio che entrambi sono figli delle alte montagne caucasiche, con tradizioni, credenze, leggi ed eredità caucasiche non scritte ed entrambe le nazioni non hanno nulla su cui entrare in conflitto.

Conflitti tra generazioni diverse, etnie diverse. Padri e figli, vecchi e giovani, georgiani ed osseti combattono tra loro a causa di guerre che non riescono a comprendere fino in fondo. Il regista Giorgi Ghachava ci racconta l'assurdità della guerra con due bravissimi attori imprigionati in uno scantinato, illuminati solo da candele, costretti a fare il resoconto con le proprie vite stravolte dalla guerra. Un confronto nell'oscurità di uno scantinato in cui cambierà la loro visione del mondo. L'essere umano è disposto a credere ai conflitti e a percepire il diverso come un pericolo, a cedere agli egoismi e alla violenza, a combattere le guerre in nome della patria. Ma in fondo alla sua anima c'è un barlume di consapevolezza che gli sussurra, anche se è ipnotizzato dalla propaganda, che la guerra è solo un'assurdità, una manipolazione dei governi e del potere. E che in fondo ciò che ci unisce è qualcosa di molto più grande.

LINGUA: russo
SOTTOTITOLI: italiano