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Charlie says

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Drammatico, di Mary Harron, Stati Uniti, 2019.
Karlene Faith è una assistente sociale che lavora nel carcere femminile dove sono rinchiuse Leslie Van Houten, detta Lulu, Patricia Krenwinkel detta Katie e Susan Atkins detta Sadie. Sono tre "Manson's Girls", le ragazze della setta di Charles Manson, colpevoli di aver partecipato a crimini efferati, condannate alla pena di morte per l'assassinio di nove persone, compresa l’attrice Sharon Tate. Dopo diversi anni le 3 ragazze sono ancora succubi della personalità di Manson, nonostante la reclusione. Una sorta di lavaggio del cervello che è penetrato nella loro mente in forma di dogmi esistenziali. Karlene tenta di deprogrammare la loro mente. Le ragazze non sembrano affatto dei mostri, delle assassine psicopatiche. Ad inquietare davvero è la loro normalità: è come se vivessero in "un altro mondo", sotto una profonda ipnosi dalla quale non riescono a svegliarsi. Non riescono a prendere di coscienza di quello che hanno fatto.

La sceneggiatrice Guinevere Turner scrive una storia molto sentita, partendo da un'esperienza personale della sua adolescenza in cui lei e la sua famiglia si trovarono a partecipare ad un culto nella comunità di Mel Lyman, i cui adepti aspiravano ad andare a vivere sul pianeta Venere. La regista Mary Harron non descrive Charles Manson come la personificazione del male, un personaggio enigmatico e maledetto. Lo tratteggia invece come un uomo mediocre, razzista, un fallito che non è riuscito a realizzare il suo sogno di diventare musicista e sfoga la sua rabbia repressa e le sue frustrazioni umiliando altri, in un crescendo di follia e di violenza. Charlie says racconta la figura di Charlie Manson in modo più realistico, da un punto di vista femminile. La pena di morte delle 3 donne fu in seguito convertita in ergastolo.

LINGUA: italiano

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