Bruto

Bruto

Spettacolo teatrale, di Nicola Fano e Simon Domenico Migliorini, Italia, 2022.
Il protagonista è Bruto, il celebre ideatore, con Cassio, della congiura delle Idi di Marzo del 44 a.C., l’uccisore di Cesare. Egli entra in scena chiamando a gran voce Cassio, il suo alter ego: ci troviamo a Filippi, dove entrambi i congiurati hanno già combattuto e perduto contro le truppe di Marco Antonio, resosi garante della giustizia nei confronti di Cesare e di Roma. La storia scritta sui libri si materializza sul palcoscenico con le parole di Shakespeare, parole infinite, immortali, eterne. Lo spettatore ascolta, gli appare un simbolico campo di battaglia e di morti su cui Bruto, sconfitto, ferito, quasi morente, striscia e invoca e si guarda intorno stranito, sconvolto all’apparizione del fantasma di Cesare.

Bruto è Simon Domenico Migliorini, che dice, geme, grida, modula quelle frasi della tragedia shakespeariana e le fa sue, come sono state generate, anche nell’adattamento dal “Giulio Cesare” di Shakespeare, dalla penna del drammaturgo Nicola Fano, che ha lavorato sul testo mettendo a fuoco la figura più controversa, quella del capo dei congiurati, dell’assassino di Cesare, appositamente per Migliorini, che ancora sopra vi ha studiato ed approfondito testo e personaggi. Ma qui Bruto, nello snodarsi dello spettacolo, diventa anche Macbeth, anche Enrico V, anch’essi tiranni, anch’essi assassini, soldati, coraggiosi o vigliacchi, grandi o infami, in un fluire di parole e celeberrime frasi, dette, piante, recitate, soffiate, sussurrate, urlate da Simone Migliorini che con questa prova si conferma un interprete di alto livello. Quel che colpisce è la capacità del protagonista di tramutarsi, di volta in volta, da Bruto in altri personaggi, perfino in Marco Antonio. Gli basta un cambio di costume, in scena. Ed è qui che Bruto guarda Antonio negli occhi e Antonio scruta Bruto, sdoppiati dallo stesso interprete in un virtuosismo che gli è estremamente congeniale. L’attore è capace di saper essere, insieme, colui che uccide e colui che esalta l’ucciso; colui che è in preda a dubbi e rimorsi ma è fiero d’amore per Roma e per la sua libertà e colui che esalta e celebra il trucidato Cesare davanti al popolo, con in mano il suo testamento, nella celeberrima Orazione che è da sempre cavallo di battaglia dei più grandi attori.

LINGUA: italiano

Bruto